CEDOLARE SECCA COS’E’ E QUANTO SI PAGA
Al momento di registrare un contratto di affitto, il proprietario può decidere a quale regime fiscale aderire, se a quello ordinario o a quello noto come «cedolare secca». Entrambi hanno le loro caratteristiche, ma quest’ultimo può offrire delle agevolazioni interessanti
Per chi vuole aderire alla cedolare secca è possibile farlo non solo al momento della registrazione del contratto, ma anche in un momento successivo, nel caso di un contratto pluriennale. Fino a quel momento, vigerà sulla locazione il regime ordinario e, quindi, saranno dovute le imposte di bollo e di registro, che non verranno più rimborsate.
che cos’è?
La cedolare secca è il regime facoltativo sugli affitti che consente di versare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali per la parte che riguarda i canoni. L’agevolazione prevede l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo che normalmente, nel regime ordinario, occorre versare per la registrazione, la risoluzione o la proroga di un contratto di locazione.
Ricordiamo che per tutta la durata dell’opzione non potrà modificare il canone di affitto, anche se l’aggiornamento fosse previsto nel contratto e se le parti decidono di prorogare il contratto di locazione, sarà necessario confermare la scelta della cedolare secca entro 30 giorni dalla scadenza del contratto o della precedente proroga.
Chi la può fare ?
La cedolare secca sugli affitti può essere scelta dalle persone fisiche che hanno il diritto di proprietà o di reale godimento dell’immobile (ad esempio, l’usufrutto) e che non stipulano il contratto di locazione nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.
Per quali inqulini ?
Ci sono alcuni limiti che riguardano la tipologia degli inquilini. In particolare, il regime di cedolare secca sugli affitti non può essere scelto quando la locazione interessa un soggetto che agisce nell’esercizio di attività di impresa o di lavoro autonomo, al di là del successivo utilizzo dell’immobile per finalità abitative di collaboratori e dipendenti.
Per quali immobili ?
Come accennato all’inizio, la cedolare secca sugli affitti è riservata agli immobili appartenenti alle categorie catastali dalla A/1 alla A/11, esclusa la A/10 che riguarda uffici o studi privati. Si parla, dunque, di unità immobiliari ad uso abitativo. Rientrano nell’agevolazione anche le relative pertinenze, affittate insieme all’abitazione oppure con contratto separato e successivo rispetto a quello che riguarda l’immobile abitativo.
Se l’immobile è intestato a più di una persona, la cedolare secca deve essere scelta distintamente da ciascun locatore. In caso contrario, il locatore che rifiuta questa opzione dovrà pagare la sua parte di canone spettante.
Quanto dura ?
La validità dell’opzione della cedolare secca è pari alla durata del contratto se fatta al momento della registrazione. Nel caso in cui, invece, il proprietario abbia aderito a questo regime fiscale in un secondo momento, la durata sarà pari al periodo residuo di contratto dal momento dell’adesione.
È possibile revocare l’opzione in ciascuna annualità contrattuale successiva a quella in cui è stata esercitata, oppure si può rientrare nell’agevolazione nelle annualità successive alla revoca. Chi vuole uscire dalla cedolare secca durante il periodo di validità del contratto, deve comunicarlo entro 30 giorni dalla scadenza dell’annualità precedente. In caso di risoluzione del contratto, l’imposta di registro non è dovuta se tutti i proprietari hanno optato per il regime della cedolare secca.
Quanto si paga ?
L’imposta sostitutiva si calcola applicando un’aliquota del 21% sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti. l’Agenzia delle Entrate precisa che:
- è escluso dal reddito complessivo;
- sul reddito assoggettato a cedolare e sulla cedolare stessa non possono essere fatti valere rispettivamente oneri deducibili e detrazioni;
- deve essere compreso nel reddito ai fini del riconoscimento della spettanza o della determinazione di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo collegati al possesso di requisiti reddituali (determinazione dell’Isee, determinazione del reddito per essere considerato a carico).